Benjamin Netanyahu insiste e firma: “Non ci sarà nessuno Stato palestinese”

In una dichiarazione piuttosto provocatoria, giovedì 11 settembre, durante una visita in Cisgiordania, il Primo Ministro israeliano ha affermato che uno Stato palestinese non vedrà mai la luce. Questo avviene mentre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite deve votare sulla "Dichiarazione di New York" sponsorizzata da Francia e Arabia Saudita.
Pochi giorni dopo l'inaspettato attacco in Qatar che ha scatenato un'ondata di proteste a livello internazionale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un altro affronto giovedì sera, 11 settembre, affermando che "non ci sarà nessuno Stato palestinese".
Venerdì 12 settembre, i 193 Stati membri delle Nazioni Unite voteranno la "Dichiarazione di New York", un testo non vincolante promosso da Francia e Arabia Saudita che mira a rilanciare la soluzione dei due Stati escludendo Hamas. Questa dichiarazione, già cofirmata da 17 Paesi e dalla Lega Araba, è vista come un preludio al riconoscimento della Palestina da parte di diversi Paesi, tra cui la Francia, durante la settimana di alto livello dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che inizierà il 22 settembre.
"Manterremo la nostra promessa: non ci sarà uno Stato palestinese; questo posto ci appartiene", ha detto Netanyahu durante una visita all'insediamento di Maale Adumim, in Cisgiordania, fuori Gerusalemme, dove ha dato il via a un controverso progetto per la costruzione di migliaia di nuove case, approvato dal governo il mese scorso, ha riportato il Times of Israel . "Qui sta succedendo qualcosa di molto importante. Raddoppieremo la popolazione della città", ha aggiunto.
Il progetto E1, che dividerebbe la Cisgiordania in due e la separerebbe da Gerusalemme Est, un'area occupata da Israele dal 1967, è stato approvato dal governo israeliano il 20 agosto. La cerimonia di firma di un accordo quadro, tenutasi giovedì, mira ad accelerare lo sviluppo dell'insediamento israeliano di Maale Adumim. Secondo i sostenitori della soluzione a due stati, questo progetto compromette la futura vitalità di uno stato palestinese, condannando ogni possibilità di continuità territoriale e distruggendo così ogni prospettiva di un accordo di pace.
Courrier International